Decreto Flussi: le nuove regole per migranti e lavoratori stranieri in Italia

Il Decreto Flussi, che disciplina ingresso e soggiorno di migranti e lavoratori stranieri in Italia, è diventato legge dopo l’approvazione definitiva al Senato. Il provvedimento introduce significative novità in materia di gestione dei flussi migratori, diritti dei richiedenti asilo e regolamentazione del lavoro straniero.

Le principali novità

1. Lista dei Paesi sicuri
Per valutare la fondatezza delle richieste di protezione internazionale, il governo ha stilato un elenco di Paesi considerati sicuri, che include Albania, Egitto, Senegal e Tunisia, tra gli altri. La lista sostituisce quella determinata in passato con decreto ministeriale, escludendo Paesi come Camerun e Nigeria per criticità.

2. Competenza dei ricorsi sui respingimenti
La competenza passa dalle sezioni specializzate del Tribunale alle Corti d’Appello in composizione monocratica per i procedimenti di convalida dei trattenimenti e dei respingimenti. Per consentire una riorganizzazione, le nuove norme entreranno in vigore 30 giorni dopo la conversione del decreto.

3. Ricongiungimenti familiari più restrittivi
Ora è necessario un soggiorno legale di almeno due anni in Italia per richiedere il ricongiungimento familiare. Inoltre, gli alloggi dovranno rispettare requisiti di idoneità.

4. Controllo sui dispositivi elettronici dei migranti
Il decreto autorizza i questori a ispezionare telefoni e altri dispositivi elettronici dei migranti per verificarne l’identità in caso di mancata collaborazione.

5. Navi ONG e riduzione dei termini
Il termine per impugnare il fermo amministrativo delle navi ONG è ridotto da 60 a 10 giorni.

6. Revoca della protezione speciale
La revoca è affidata alla Commissione nazionale per il diritto di asilo e viene ammessa solo in presenza di motivi legati alla sicurezza dello Stato.

7. Permessi di soggiorno e sfruttamento lavorativo
Per le vittime di caporalato è previsto un permesso di soggiorno speciale di sei mesi, prorogabile, e il patrocinio a spese dello Stato, anche derogando ai limiti di reddito.

8. Quote di ingresso e digitalizzazione
Le quote di ingresso per lavoratori stagionali nel 2025 aumentano a 110.000, con priorità per il settore agricolo. È introdotto il sistema di “click day” per gestire le richieste di nulla osta in modo più efficiente.

9. Misure per la sicurezza e personale aggiuntivo
Sono previsti nuovi obblighi di impronte digitali per i migranti in ingresso e controlli preventivi per alcune nazionalità. Inoltre, verranno aggiunte 250 unità di personale agli sportelli immigrazione.

10. Contratti secretati per il controllo delle frontiere
Gli appalti relativi a forniture e servizi destinati ai Paesi terzi per il controllo dei flussi migratori saranno soggetti a segreto, suscitando critiche da parte di associazioni come Emergency.

Un bilanciamento tra controllo e inclusione

Il decreto punta a rafforzare i controlli sull’immigrazione irregolare e a regolare l’ingresso dei lavoratori stranieri in modo più ordinato. Tuttavia, le restrizioni sui ricongiungimenti familiari e la gestione dei migranti nelle zone di transito sollevano interrogativi sulla compatibilità con i diritti umani e il diritto internazionale.


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Iolanda Apostolico lascia la magistratura: al centro delle polemiche per il caso migranti e il decreto Cutro

Il plenum del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) ha accolto le dimissioni della giudice Iolanda Apostolico, che ha scelto di lasciare la magistratura. La sua richiesta, trattata come “urgente” dalla Quarta Commissione, è stata approvata con un solo voto di astensione. L’efficacia della decisione decorrerà dal 15 dicembre 2024, come indicato dalla stessa magistrata.

Le accuse e le polemiche

Giudice presso il Tribunale di Catania, Apostolico è diventata un personaggio controverso dopo aver disapplicato il cosiddetto “decreto Cutro,” introdotto dal governo Meloni, per non convalidare il trattenimento di migranti nel centro di permanenza di Pozzallo. La sua scelta è stata seguita da altri magistrati, suscitando aspre critiche da parte di alcuni ambienti politici, in particolare della Lega.

Le polemiche hanno radici anche nel 2018, quando la giudice partecipò a una manifestazione per lo sbarco dei migranti dalla nave Diciotti. Un video, rilanciato dai social della Lega, la mostrava tra i manifestanti, alimentando accuse di parzialità e scatenando reazioni, tra cui quella del leader del partito, Matteo Salvini: “Ognuno nella sua vita privata fa ciò che vuole, ma vedere un giudice in mezzo a persone che insultano le forze dell’ordine mi lascia perplesso.”

Solidarietà dalla magistratura

L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha difeso Apostolico, denunciando gli attacchi ripetuti come un “indegno stillicidio” mirato a screditarne la figura professionale, senza alcun legame con le sue decisioni giurisdizionali. Anche la giunta dell’ANM di Catania ha chiesto un immediato stop alle campagne denigratorie contro la giudice.


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Il crimine sul web: nativi digitali contro la minaccia cibernetica

Prevenzione, innovazione e collaborazione. Sono queste le parole chiave emerse dal National Security Hub, il panel interforze che il 3 dicembre ha riunito a Roma esperti delle forze dell’ordine, dirigenti pubblici, e professionisti del settore privato per discutere delle strategie contro le crescenti minacce cibernetiche. “Ci troviamo di fronte a una minaccia veloce, trasversale e multilivello,” ha dichiarato Cristiano Leggeri, Direttore della III Divisione del Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica.

Durante l’evento, si è evidenziata la necessità di potenziare le difese contro il crimine informatico, ormai capace di mettere a rischio la sicurezza nazionale e gli equilibri geopolitici. L’attenzione si è concentrata soprattutto su due fronti: la protezione delle infrastrutture critiche e la lotta alle nuove frontiere del crimine, dal dark web alla pedopornografia, fino all’uso dell’intelligenza artificiale nelle frodi online.

La svolta dei nativi digitali

Per affrontare queste sfide, la Polizia Postale ha avviato una selezione innovativa: 177 giovani under 28, nativi digitali, saranno assunti come nuovi “ispettori cibernetici.” Non si tratta di esperti con lauree specialistiche, ma di ragazzi cresciuti con le nuove tecnologie, pronti a essere formati come investigatori e tecnici al servizio della sicurezza nazionale.

“Abbiamo scelto giovani con sensibilità innate per il mondo digitale, difficili da trovare nelle generazioni precedenti,” ha spiegato Leggeri. I candidati stanno affrontando prove orali questo mese, dopo un percorso selettivo che ha incluso competenze in sistemi operativi, sicurezza informatica, digital forensic e normativa sui dati personali.

Intelligenza artificiale e reati economici

Sul fronte delle frodi online, il Generale Antonio Mancazzo, comandante del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza, ha sottolineato come l’intelligenza artificiale sia ormai uno strumento ampiamente utilizzato dai criminali: “Sul dark web e nei black market si vende di tutto. L’AI viene impiegata per camuffamenti e truffe sempre più sofisticate.”

Tra i reati più odiosi restano quelli contro i minori, come la pedopornografia online, che richiedono una costante evoluzione tecnologica delle forze dell’ordine. Attualmente, la Polizia Postale opera con 18 centri regionali e 82 sezioni locali, ma serve una maggiore sinergia per affrontare minacce così pervasive.

Una lotta sinergica per il futuro

Dal panel è emerso che solo un’azione coordinata e integrata tra le forze dell’ordine può contrastare efficacemente le minacce cyber. “Consapevolezza, responsabilità e innovazione sono le nostre armi,” ha concluso Leggeri. La sfida è appena iniziata, ma la risposta delle istituzioni è chiara: il futuro della sicurezza passa per l’evoluzione tecnologica e la collaborazione tra pubblico e privato.


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Al via l’Industry-Academia Network per colmare il deficit di competenze in cibersicurezza

La Commissione ha pubblicato oggi un invito a manifestare interesse per aderire al nuovo Industry-Academia Network nell’ambito dell’accademia delle competenze informatiche. Questa rete innovativa è volta a irrobustire i legami tra l’industria e il mondo accademico al fine di rafforzare le competenze in cibersicurezza e preparare la forza lavoro europea del settore informatico alla rapida evoluzione delle esigenze del settore.

Henna Virkkunen, Vicepresidente esecutiva per la Sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia, ha dichiarato: “La cibersicurezza è una priorità fondamentale per l’Unione europea, e colmare il divario di competenze è fondamentale per far sì che la nostra economia digitale rimanga sicura e competitiva. Esorto tutte le parti interessate ad aderire alla rete Industry-Academia Network e a contribuire allo sviluppo di un ecosistema forte che soddisfi le esigenze del mercato del lavoro in materia di cibersicurezza e sostenga la crescita di una forza lavoro europea altamente qualificata.”

La rete comprenderà membri dell’accademia delle competenze in materia di cibersicurezza, istituti di istruzione superiore, alleanze accademiche europee ed erogatori di istruzione e formazione professionale (IFP), che si concentreranno sull’allineamento dei programmi accademici e di formazione alle esigenze del mercato del lavoro in materia di cibersicurezza. Dovrebbero emergere partenariati concreti, tra cui programmi congiunti, programmi di tutoraggio, apprendistati e altre iniziative.

L’invito resterà aperto su base permanente. Le parti interessate che desiderano aderire al gruppo di avvio della rete dovrebbero tuttavia candidarsi entro il 15 dicembre 2024.


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Battaglia per il Giudice di Pace: avvocati in corteo dal prefetto per salvare gli uffici giudiziari

Un corteo con gli avvocati delle associazioni forensi ha messo in luce le difficoltà in cui versano gli uffici del giudice di pace di Lecce. L’iniziativa, organizzata dalla Camera Civile Salentina, presieduta da Salvatore Donadei, e dalla Camera Penale “Francesco Salvi”, guidata da Giancarlo Dei Lazzaretti, ha raccolto il sostegno dell’Unione Nazionale delle Camere Civili.

Alberto Del Noce, presidente dell’Unione Nazionale delle Camere Civili, ha sottolineato la necessità di restituire dignità e funzionalità alla giustizia di prossimità, ribadendo l’impegno degli avvocati nella difesa di questi presidi fondamentali.

Il corteo ha evidenziato la “gravissima e penosa situazione organizzativa e funzionale” degli uffici, già messi a dura prova dalla carenza di risorse e dall’organizzazione itinerante dei giudici nei tribunali di Casarano, Gallipoli, Tricase e Ugento. Con il rischio concreto di un ulteriore aggravamento a partire da ottobre 2025, quando gli uffici saranno riorganizzati in base al valore delle cause, gli avvocati hanno chiesto con forza un intervento immediato da parte delle istituzioni.

“Non possiamo accettare che la giustizia di prossimità venga ridotta all’osso,” ha dichiarato Del Noce, esortando le istituzioni superiori competenti a farsi carico della situazione per garantire un servizio efficiente ai cittadini e alle comunità locali.

Il corteo si è concluso davanti alla Prefettura di Lecce, dove gli avvocati hanno consegnato un documento con le loro richieste, confidando che le istituzioni competenti intervengano al più presto.


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Formazione giudiziaria, visite di studio a Enti e Corti Ue

Anche quest’anno, i dipendenti degli uffici giudiziari italiani hanno l’opportunità di visitare istituzioni e corti europee, grazie ai programmi organizzati dall’European judicial training network (Ejtn).

La rete europea ha infatti pubblicato il bando per le visite che si terranno da febbraio a luglio 2025, in particolare presso la Corte europea dei diritti dell’uomo, la Corte di giustizia Ue, l’ufficio del Procuratore europeo, le istituzioni di Bruxelles e il Max Planck Institute di Antropologia sociale.

Per candidarsi basta presentare domanda sulla piattaforma Ejtn entro il 16 dicembre alle 18.

Tra i requisiti per inviare la propria candidatura, essere in servizio a tempo indeterminato in un ufficio giudiziario, con superamento del periodo di prova alla data di scadenza del bando.

TUTTI I DETTAGLI QUI


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Rieducazione e inclusione: detenuti al servizio della Capitale

“È eticamente encomiabile, normativamente imposto e socialmente utile”. Con queste parole il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha presentato questa mattina il nuovo protocollo d’intesa siglato tra il Ministero della Giustizia, l’Ordine degli avvocati di Roma, AMA S.p.A. e i vertici giudiziari della Capitale. L’accordo punta a coinvolgere indagati, imputati o condannati, inclusi minorenni, in attività di pubblica utilità, offrendo loro l’opportunità di contribuire al decoro urbano di Roma.

Un progetto per il reinserimento e il recupero sociale

L’iniziativa si inserisce nel quadro normativo vigente sulle prestazioni di pubblica utilità, riconoscendole come strumenti efficaci per il recupero e l’inclusione sociale. I partecipanti saranno impegnati, a titolo gratuito, in attività di raccolta dei rifiuti, spazzamento stradale e informazione ai cittadini presso le sedi territoriali di AMA. L’azienda fornirà loro attrezzature e dispositivi di protezione individuale necessari, come divise, scarpe e guanti.

Giovanni Russo, Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), ha sottolineato l’importanza del progetto per il percorso rieducativo: “Il recupero di una persona detenuta passa inevitabilmente dal recupero della propria dignità. Sentirsi utili verso la collettività e restituire qualcosa alla società è una leva fortissima per riacquistare fiducia in sé stessi e ritrovare una collocazione sociale”.

Un’ampia collaborazione istituzionale

Il protocollo è stato firmato dai rappresentanti dei principali organi giudiziari romani, tra cui il Presidente della Corte d’Appello Giuseppe Meliadò, il Procuratore Generale Giuseppe Amato e il Presidente dell’Ordine degli Avvocati Paolo Nesta, oltre che dai vertici del DAP, del Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità (DGMC) e da AMA S.p.A.

Il Presidente di AMA, Bruno Manzi, ha commentato: “Questo accordo non è solo un aiuto concreto per la nostra città, ma rappresenta un’opportunità per costruire un ponte tra istituzioni e cittadini, promuovendo una visione più inclusiva della giustizia”.

Un modello virtuoso da replicare

Questo protocollo rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni, avvocatura e mondo aziendale, dimostrando che la rieducazione dei detenuti non è solo un principio costituzionale, ma una missione realizzabile e benefica per l’intera società. Nordio ha concluso ribadendo l’obiettivo del progetto: “Deflazionare la pressione carceraria e dimostrare l’impegno dello Stato verso la rieducazione e il reinserimento dei detenuti”.


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Corte costituzionale, UNCAT: “Lo stallo nelle nomine è un vulnus alla democrazia”

Lo stallo dell’elezione del nuovo giudice costituzionale per colmare il posto vacante, in prossimità della sostituzione di altri tre giudici in scadenza, preoccupa gli avvocati tributaristi come gli altri operatori del diritto, impegnati quotidianamente con i temi dell’interpretazione e dell’applicazione delle leggi.

Non possiamo restare indifferenti all’insensibilità del Parlamento verso il problema, che non investe solo questioni legate al modo di esprimersi della democrazia politica ma, soprattutto, al modo di “sentire” il ruolo della Corte Costituzionale, della quale, pertanto, invochiamo la piena e sollecita funzionalità, come avvertito dal Capo dello Stato.

La Corte, infatti, nel caso in cui, scaduti gli altri tre giudici, si trovasse ad operare nel numero di undici, rischierebbe la paralisi ove l’undicesimo componente dovesse non poter essere presente ad una udienza.

L’esigenza/necessità dei partiti che sono rappresentati in Parlamento di condizionare in qualche modo la produzione giurisprudenziale della Corte contrasta, infatti, col senso intimo e profondo di questa somma Istituzione che in sé non è levatrice di una dottrina della Costituzione.

Se non si ha conoscenza né esperienza del lavoro della Corte Costituzionale non si comprenderà mai che, come è stato autorevolmente osservato in passato da presidenti emeriti, quel lavoro è una continua ricerca del punto costituzionale di convergenza delle decisioni.

Quelli che, impropriamente, si temono come pre-giudizi dei componenti della Corte, in realtà sono le idee generali che, come è stato parimenti insegnato dagli stessi teorici della Costituzione, appartengono alla pre-comprensione ma non assurgono alla dignità di dottrina costituzionale mentre sono orientate alla ricerca delle tecniche del diritto.

Ignorare questi fondamenti significa far del male alla democrazia, agli operatori del diritto, ai magistrati ed agli avvocati chiamati a confrontarsi con le leggi e ad applicarle.

Le vittime inconsapevoli finiscono per essere i cittadini, ovvero il “popolo” che esercita la propria sovranità nei limiti e nelle forme della Costituzione.

Uncat, pertanto, sollecita il Parlamento a far presto ed a decidere sin dalla prossima seduta convocata, nella certezza che, indipendentemente da ogni valutazione che non sia il merito degli eligendi, la Corte Costituzionale non potrà che proseguire nella sua funzione di garanzia.


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Il Consiglio dei Ministri del 3 dicembre 2024: nuove deleghe, riforma fiscale e lotta alle dipendenze

Si è riunito oggi a Palazzo Chigi il Consiglio dei Ministri, sotto la presidenza di Giorgia Meloni, per deliberare su temi strategici per il Paese.

Affari europei e PNRR: nuove deleghe al ministro Foti

Il Ministro senza portafoglio Tommaso Foti ha ricevuto dal Presidente del Consiglio le deleghe per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione territoriale. Giorgia Meloni ha sottolineato l’intenzione di mantenere direttamente il coordinamento delle politiche per il Sud, annunciando una ricognizione dei programmi già avviati e nuove iniziative per infrastrutture, incentivi e investimenti. La premier ha evidenziato il ruolo trainante del Mezzogiorno nel 2023, che ha registrato una crescita superiore alla media nazionale in termini di PIL e occupazione.

Riforma fiscale: approvata la revisione di IRPEF e IRES

Su proposta del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il Consiglio ha approvato in via definitiva un decreto legislativo che rivede il regime impositivo dei redditi. Il provvedimento, che attua la delega fiscale del 2023, punta a semplificare il sistema tributario e a promuovere equità fiscale, tenendo conto dei pareri espressi dalle Commissioni parlamentari e dalla Conferenza unificata.

L’otto per mille contro le dipendenze

È stata deliberata l’assegnazione della quota dell’otto per mille dell’Irpef statale per finanziare progetti contro tossicodipendenze e altre dipendenze patologiche. Dei 63,6 milioni di euro disponibili, sono stati approvati 33 progetti per un totale di oltre 10,3 milioni di euro. Le risorse residue saranno destinate a ulteriori interventi per prevenzione e recupero, con particolare attenzione ai giovani e all’inserimento nelle comunità terapeutiche.


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Elon Musk prende in mano il PNRR digitale: opportunità o rischio per l’Italia?

Nel cuore della sfida per la digitalizzazione del Paese, il governo italiano guarda a Elon Musk e alla tecnologia satellitare di Starlink per colmare i ritardi del PNRR. Alessio Butti, sottosegretario alla Transizione digitale, ha dichiarato: “Rischiamo di non raggiungere l’obiettivo fissato, perché non riusciamo a portare la banda larga terrestre in tutte le zone del Paese”. La soluzione? I mini satelliti di Starlink, capaci di coprire il territorio italiano in soli 6-9 mesi, superando gli ostacoli morfologici del Paese.

Tuttavia, la scelta non è priva di polemiche. Mentre Starlink lancia un’aggressiva campagna pubblicitaria per i consumatori italiani, emergono dubbi sulla sicurezza dei dati, il rispetto delle regole di concorrenza e le implicazioni strategiche. Padre Paolo Benanti, consulente del governo per l’Intelligenza artificiale, avverte: “Stiamo affidando infrastrutture critiche a un imprenditore con interessi globali e un chiaro peso politico”.

La corsa contro il tempo del governo

Con il PNRR sotto pressione, il governo italiano rischia di non rispettare i termini per la copertura nazionale con banda larga. Le zone “bianche” e “grigie”, spesso remote e inaccessibili, sono rimaste escluse dai progetti di connettività terrestre. La tecnologia satellitare sembra l’unica opzione praticabile in tempi brevi.

Tuttavia, il piano non è esente da rischi: Starlink, pur essendo tecnologicamente avanzata, opera in Italia grazie a concessioni basate su normative vecchie di quasi un decennio. E mentre Musk si espande nel nostro mercato, aumentano le preoccupazioni sulla concentrazione di potere nelle mani di un attore già influente in campo politico ed economico.

Le domande senza risposta

Il dibattito non è solo tecnologico, ma anche strategico. L’Europa sta sviluppando una propria rete di satelliti a bassa orbita, con l’Italia coinvolta attraverso Telespazio. Affidare la connettività a un attore esterno come Musk potrebbe compromettere il progetto europeo e la sovranità digitale del Paese.

Inoltre, il governo italiano ha recentemente ceduto l’80% di TIM al fondo americano KKR, competitor diretto di Starlink. Aumenta quindi il rischio di dipendenza da attori stranieri in settori critici come telecomunicazioni e sicurezza dei dati.

Le preoccupazioni degli esperti

“Qualunque tecnologia è benvenuta purché ci siano regole uguali per tutti,” afferma Pietro Labriola, AD di TIM, sottolineando come le aziende italiane debbano rispettare obblighi di sicurezza e customer care che non si applicano a Starlink.

Padre Benanti aggiunge una prospettiva etica e politica: “Elon Musk rappresenta una fusione tra capitale tecnologico e potere politico. Con il controllo di piattaforme come X (ex Twitter), può influenzare direttamente opinioni e politiche. Affidargli le nostre infrastrutture digitali significa cedere parte della nostra sovranità.”

Opportunità o minaccia?

La scelta di coinvolgere Starlink nel PNRR italiano può sembrare una soluzione rapida ai ritardi, ma solleva interrogativi sul futuro della sovranità digitale del Paese e sulla sicurezza delle sue infrastrutture critiche. A chi giova questa operazione? E quali sono i rischi per il nostro sistema-Paese?

Il governo tace, ma il tempo stringe: il PNRR non aspetta, e con esso neanche le sfide della transizione digitale.


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